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filastrocche

lunghe e corte

 

 

 

 

Il ragno

Un ragno solerte tesseva la tela
e nel cuore suo vedeva una vela
da issare su, su un guscio di noce
per scendere il fiume fino alla foce
e fermarsi lì ad immaginare
quanti ricami col sole fa il mare.

 

Il pavone

 

Il pavone fa la ruota

ma di piume è mezza vuota.

Che peccato, non importa,

metterà quella di scorta.


La talpa

La talpa non crede
a tutto ciò che vede;
poiché non vede niente
è molto diffidente.


 

 

 

 

In laguna

Hanno affrontato mille tramonti
spiccando il volo dal marmo dei ponti.
A gruppi di venti, forse anche trenta,
salgono in Riva, sulla Fondamenta,
sulle briccole posano a riposare,
in cima alle onde li vedi pescare,
bianchi, eleganti, lo sguardo severo,
li osservi e inizi a sognare davvero.
Sono i gabbiani e - se tu non lo sai -
qui a Venezia li chiaman cocai.


Scioglilingua

Il dottor Orso
presenta ricorso:
ha perso il concorso
per tenere il corso
di Primo Soccorso
a gennaio scorso.

Non senza rimorso
col rischio che ha corso
pel tempo trascorso,
ora il dottor Orso,
dal giudice accorso,
gli spiega il discorso.

“Tardivo è il ricorso
ma la legge ho scorso
e a fine percorso
mi aspetto il rimborso
dell’ingente esborso
per fare il concorso”.

Si appoggia sul dorso,
di tè beve un sorso,
addenta col morso
alla pera il torso.

Così del ricorso
per rifare il corso
al pronto soccorso
con il suo concorso
aspetta il decorso
il buon dottor Orso.


Il passero

 

Sul trapezio della gabbia

il passerotto dondolava

si cullava lentamente

e a sognare cominciava,

ripensando volentieri

a dei tempi meno grami:

giorni in cui a dondolarlo

era il vento sopra i rami.

 

 

Al ballo

Giunse un giorno ad un cavallo
un invito per il Ballo:
“Si presenti all’una esatta
con lo smoking e la cravatta
al padiglione delle danze
del Castello Millestanze
dove il Conte Gedeone
fa uno splendido veglione:
ma non manchi, caro amico,
altre cose non le dico...”

Il cavallo, emozionato,
sospirò tutto d’un fiato:
“Ecco giunto il gran momento
per il mio fidanzamento:
perché certo non si balla
se non c’è la mia cavalla!
E mi gioco la criniera
che la trovo questa sera:
sceglierò tra le cavalle
al veglione delle stalle”

Alzò al massimo la radio,
frugò a lungo nell’armadio,
accennò passi di danza,
scombinò tutta la stanza,
fino a quando inorgoglito
si trovò tutto vestito:
“Che puledro elegante!
Farò colpo a tutte quante...,
Valzer, polca e tarantella
riservati alla più bella!”

Ma a quel punto fu bloccato
da un pensiero inaspettato
che ha a che far con l’eleganza
e coi rischi della danza,
che fa fare gli scongiuri
se sui piedi hai calli duri:
“Quali son le scarpe adatte?
Meglio zoccoli o ciabatte?”
Tanto in dubbio lui restò
che al gran ballo non andò.


Magie

Un coniglio che fa il mago
viene giù con uno spago
aggrappato ad un bel niente,
pure senza salvagente,
senza il paracadute:
bravo, sì, non si discute.

Nel teatro dei conigli
fa sparir mazzi di gigli,
con foulard concatenati
crea dei cerchi colorati,
ipnotizza anche un leprotto
che in salmì vuol esser cotto.

Poi promette una sorpresa.
Crea di fatto molta attesa.
La platea respira piano.
Un cilindro prende in mano
e ne estrae - che batticuore!-
un signor prestigiatore...


Le tarme

Due tarme alquanto affamate
nel mio armadio sono entrate
trovando solo grucce appese.
“Non finiscono le sorprese:
tutto quanto hanno mangiato!
Sarà stato mio cognato...”


Senza

Non c’era il computer
nella preistoria antica
e lo pterodattilografo
non lavorava mica.


Storia di una pecorella

Una pecora nera di nome Beatrice
si ficcò per sbaglio dentro la lavatrice:
in mezzo alla schiuma si centrifugava
e la poveretta belava, belava;
strizzata e asciugata alfine ne usciva,
di un bel grigio chiaro al sole appariva.

Volete sapere com’è poi finita?
Adesso per tutti si chiama Smarrita.


Paura

Perché l’elefante ha paura del topo?
C’è un senso, c’è uno scopo?
Ci risponde l’interessato
che dal fatto è assai stressato:
“Non ho fifa abitualmente
ma se il topo prepotente
sfoggia la muscolatura
- che vuoi farci? - Io ho paura!”


La scuola dei gamberi

 

Dicono che il maestro Gamberone

tutto intento a far lezione

ripetesse a tutti quanti:

“Non si può più andare avanti!”

 

 

Leoni

 

Il leone ha la criniera

e la leonessa niente:

colpa della parrucchiera

che sbagliò la permanente

 

 

Ricette

La strega Basilia
aveva una figlia
che nei calderoni
pieni di pozioni
prese a cucinare
cose da mangiare

Nel mezzo del sabba
Basilia si arrabbia
a vederla girare
per fare assaggiare
le nuove ricette
a streghe provette.

“Mmm, quel saporino
di muschio e di vino!
Cos’è, non ricordo?”
“Oh, è uovo di tordo
che ho fritto nel lardo
e cotto in ritardo”

“Fragrante profumo
di cenere e fumo,
come da bambina!”
“Sa, è una gallina
che ho messo nel lesso
chiedendo permesso”

In questa atmosfera
addio magia nera!
Soltanto le beghe
d’un pranzo di streghe
alquanto ingrassate
(a parer delle fate...)
 

 

Le iene

Telefonò una iena:
“Amiche mie, venite a cena:
tra mangiate e chiacchierate
ci faremo quattro risate”


La scomparsa dei dinosauri

Un dinosauro che viveva a Viggiù
a chi gli diceva “Non esisti più,
l’ultimo sauro è morto in Perù!”
rispondeva con fare distinto:
“Sono vero e non sono finto,
mi trova qui, non sono estinto.
Ma se non crede alla mia esistenza,
che devo fare? Porto pazienza:
lei faccia pure, di me resti senza!”


Cucina al Polo

La signora Foca
è una pessima cuoca
ed ai suoi invitati
offre cibi surgelati.


A.A.A. Cercasi

Una renna disoccupata
scorreva gli annunci sul giornale
essendo assai preoccupata.

Leggendo disse: “Ehi, niente male:
cercasi renna referenziata,
telefonare a ...Babbo Natale”.


Trattative

Una mucca nel contratto accampò molte pretese
Una stalla di velluto, cinque o sei milioni al mese,
una bici rossa e grossa, la tivù e il telefonino,
una sedia tipo sdraio, la piscina lì vicino.
Questo ed altro al suo fattore con coraggio lei propose,
ah - suvvia - dimenticavo: un menù fatto di rose,
con i piatti in porcellana e tovaglia di damasco...
Ma il padrone le rispose “Signorina, non ci casco:
sarai brava ma ho deciso che ti ho appena licenziato
e da domani mangerò solo il latte condensato!”.


Nuovo lavoro

La zanzara infermiere
un bel dì cambiò mestiere.
“Basta punture sul sedere!”


Musica

La cicala e la formica
alle favole non credono mica:
suonano e cantano senza stop
insieme al loro complesso pop


Storia di zecche

Con un telegramma un giorno
pulci e zecche qui d’attorno
furon subito informate
di notizie inaspettate:

ATTRAVERSATO LA NAZIONE
A BORDO CANE TORPEDONE      stop
APPOGGIANDOMI A CAN GROSSO
FECI CARRIERA A PIÙ NON POSSO      stop
A ROMA SON BEN SISTEMATO    stop
FIRMATO:
                            Vostra Zecca di Stato


Noia

Una storia da sbadiglio:
si racconta che un coniglio
prese sonno nella tana
e dormì una settimana;
a fatica si svegliò
e pian pian si rigirò
ed il sonno lo riprese:
dormì per un altro mese.
Poi rimase in dormiveglia
aspettando che la sveglia
decidesse di suonare:
è lì ancora ad aspettare,
non l’aveva caricata,
anche lei si è addormentata.

Questa storia da sbadiglio
per le nanne di mio figlio
fila via alla perfezione:
russa già come un trombone.


Disegni

Se disegno una balena
sta nell’album a mala pena.
Se pitturo un capodoglio
non mi sta neanche nel foglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Osterie antiche

Un geniale formichiere
che faceva il cameriere
volle far le cose in grande
e acquistò quattro locande.

Con un nome affascinante
le battezza tutte quante:
sono le “Osterie Antiche”
menù a base di formiche.

Mette pizzichi di ortica
sull’hamburger di formica,
con il lesso ed il brasato
il cliente è deliziato:

e per pietanza più gradita,
da leccarsi anche le dita,
da tener le code dritte,
sceglie formichine fritte.

Fu così che l’inventore
di cotanto buon sapore
ebbe in dono un monumento
di ketch-up e di cemento.


All’ospizio

All’ospizio per i gatti
mi sembravan tutti matti:
“Hai mai visto i sorci verdi?
Ah! Non sai cosa ti perdi!”


In pescheria

Dice lo scampo ad una canocchia:
- “Ehi, osserva l’aragosta,
ma l’hai visto quanto costa?” -
- “Non badarci, tutta spocchia.” -


Emergenza

I pesci che navigano in superficie
mandano sotto un dispaccio urgente
che giunge presto al Tonno sergente,
che avvisa lo Sgombro tenente-vice.
Ecco in avanti ci va una vedetta,
poi fan chiamare il tenente Orata;
convoca subito la Grande Adunata.
perché occorre agire decisi e in gran fretta.
Dall’acqua dolce carpe, tinche e lucci,
dal mare sogliole e rombi: e nessuno,
come bloccati da mille e più crucci,
vuole avvisare il gran Re Nettuno.

Ma il Re, nel chiuso della reggia incantata
la triste faccenda l’aveva fiutata:
“Specchio, specchio delle mie brame,
chi ha insozzato il mio regno con il catrame?”


Faccia tosta

Un brucone millepiedi,
ma non so se tu ci credi,
conti aperti ne ha un paio
da un ragnetto calzolaio:
“Paga un giorno una farfalla,
lo vedrai, non è una balla!”
Il ragnetto si è fidato:
ma nessuno l’ha pagato.


Il muflone

Non dico altro che pura e semplice verità
quando affermo che il muflone
non è una gran celebrità

Forse perché rintanato vive solo giù in Sardegna
o almeno è così
che la mia maestra insegna.

Ma se avesse solamente di par suo un po’ viaggiato
il muflone in continente
ci sarebbe già arrivato.

Non sarebbe sconosciuto ai bambini dell’Italia,
gli vorrebbero più bene,
e su questo non si sbaglia.

Io al muflone tutto questo un bel giorno glie l’ho detto;
m’ha risposto: “Colpa miaaaa?
Sempre coda c’è al traghetto!”


Che figura!

Una lepre altolocata
ricca, snob, molto sbadata,
presuntuosa ed arrogante,
antipatica e ignorante,
per rifarsi il guardaroba
volle tanta merce nuova.
Mille cose e tutte quante
da un coniglio negoziante:
acquistò sciarpe perlate,
ben pacchiane ed antiquate,
tre cappelli in finto lana,
due cinture e una sottana,
un golfino rosa e blu,
quattro giacche fatte in tulle,
delle scarpe fatte a punta,
un cappotto di trapunta,
e calzette tubolari,
braghe con pendagli vari.
Ma quando chiese un bel lapin:
“Si vergogni, non sta ben!”


Parentele

Una Cocciniglia, una Coccinella:
né figlia, né cugina, né sorella.


Chiacchierare

Un pappagallo solitario
annotò sul suo diario:
“Per scambiare due parole
qualcun altro mi ci vuole”.


Sicofante

Mangiando bruchi e insetti nocivi
all’uomo rende grandi servigi:
forse per questo il sicofante
si tiene un nome così importante.


All’alba

Un vampiro assai crumiro
tra un respiro ed un sospiro
solo all’alba va in ritiro
per dormire come un ghiro.


Sport sano

Un piccione che dormiva
alla Domenica Sportiva
fu destato dal cronista
che voleva un’intervista.

Così tosto risvegliato
esclamò tutto d’un fiato:
“Fate bei tiri al pallone,
non tirate più al piccione!”


Un oggetto inutile

L’avvoltoio, poverino,
getta via il telefonino
perché è chiaro, e lui lo sa,
che nessuno chiamerà.


Un perché

Il gatto nero non porta sfortuna:
si confonde meglio se manca la luna

 

 

 

 

 




Biliardo

A biliardo l’anaconda
tira dritto e anche di sponda
e per stecca usa la coda
salvo quando le si annoda.


Ramarro

Girava un ramarro
con addosso un tabarro
e il troppo catarro
curava col farro
il bizzarro ramarro.


Il coyote

Quando ulula il coyote
tutto il petto gli si scuote
fino a che d’aria le gote
non rimangon tutte vuote.


Serpe

La serpe s’ingozza
che quasi si strozza,
non placa la fame
un chilo di pane,
un brodo, un risotto,
un arrosto, un cosciotto,
quarantatré patate,
sei cespi di insalate,
non placa le voglie
una torta millefoglie.
Al momento della frutta,
solo allor si drizza tutta
e con voce forte e chiara
ribadisce e anzi dichiara:
“No, col pomo non mi frego,
no, per niente, grazie, prego,
io dei pomi ne ho abbastanza”
e si ritira in una stanza.


Cena con delitto

Torpedine uscì a cena insieme con Medusa.
Toccandole per sbaglio la mano al ristorante
la fulminò di colpo in meno di un istante.
Morendo lei che disse? “Almeno chiedi scusa!”


Politica

Tre gazzelle in delegazione
si presentarono dal re Leone:
“Ovunque la democrazia avanza,
la monarchia è durata abbastanza:
Giunto è il momento del cambiamento
con l’elezione di un parlamento.
Le suggeriamo perciò di abdicare
nel dì della festa equatoriale!”

Si corrucciò testé il sovrano
e pronunciò un discorso strano:
“Pur preso atto della richiesta,
in nome del bene di questa foresta,
di questa follia non si farà niente.
Ma per dimostrare che sono clemente,
poiché mi trovate con la pancia piena,
invece che a pranzo vi mangerò a cena!”


Colombi

I colombi da Venezia li volevano sfrattare
“Non potreste per piacere emigrare verso il mare?”

E i colombi tracagnotti: “Sì, d’accordo, andiamo via,
solo il tempo per finire in posa una fotografia...”

Ma non si arresta di turisti e di foto il grande sbarco:
e i colombi son padroni nella piazza di San Marco.


Un ubriaco

Un pipistrello penzoloni
di buon vino in una festa
si scolò due bottiglioni:
a lui sì che va alla testa!


L’anatroccolo (storia al contrario)

In una nidiata di cigno
un anatroccolo s’intrufolò
se fosse bello o brutto
nessuno ci badò.


Il principe rospo (seconda storia al contrario)

In questa storia il principe azzurro
è molto brutto e parecchio buzzurro:
non suscita mai vampate d’ardore.
giammai riceve uno sguardo d’amore.

Lui non si assilla ed in modo quieto
or ti confida qual sia il suo segreto.

E quindi ascolta, attento, ti prego,
ché quel che accadde fu alquanto strano.
“Che Principe sia, di certo non nego,
ma in mezzo ai rospi io ero sovrano.
Ero stupendo, il rospo più bello:
se son cambiato è perché una sera
mi rifiutai di calzare l’anello
che mi porgeva una vecchia megera.
Con un maleficio fui trasformato
in principe umano brutto e cafone
e in questa specie di guscio incantato
or vivo come se fossi in prigione.
Ma l’incantesimo si può spezzare:
se un giorno una rana mi bacerà
bel principe rospo potrò tornare
ed il mio tormento così finirà.
Non c’è per caso fra le tue amichette,
- scusa se chiedo, se mi permetto -
qualche ranocchia o delle rospette?
Si tratta solo di dare un bacetto...”


Pur di andare in vacanza

La lumaca ha la roulotte,
le è costata pure un tot:
ha venduto tutti i Bot.


Indovine

Una mantide veggente
prevedeva esattamente
alle insette sue comari
il futuro del domani:
“Vedo... vedo... nozze presto
coi confetti e tutto il resto.
Seguirà la vedovanza:
faccio a ognuna condoglianza!”


L’alce attore

L’alce debuttò sul set
ed impersonò un travet,
ma elevato fu il cachet:
si comprò una cabriolet,
festeggiò con un buffet
invitando al suo chalet
ogni star, ogni starlet;
e giocarono a croquet
nelle stanze di parquet.

Fu il suo ingresso nel jet-set.


Risparmio

Capitò un grosso guaio
al porcellino salvadanaio.

Era fatto di terracotta
ma una bimba l’ha tutta rotta.

Fu portato all’ospedale:
“Sembra proprio messo male,

sistemiamo questa storia
dentro in sala operatoria!

Ah, l’avverto, l’operazione
costerà qualche milione...”

E il porcello disperato:
“Me tapino, son rovinato!”.

Quando l’hanno fratturato
i risparmi gli han rubato.


Sposalizi

Matrimoni alquanto strani
ve ne sono, in verità,
ma il più pazzo è stato quello
tra una foca e un cincillà.

Si conobbero in crociera
dentro al circolo polare:
lui sul ponte si abbronzava,
lei era in acqua per nuotare.

Incrociarono gli sguardi
e l’amor fu fulminante:
il cincillà le regalò
un anello col diamante.

Ed un tal fidanzamento
non si realizzò invano:
tempo un’ora o forse due
li sposò il capitano.

Una camera nuziale
per passar la prima notte
diede loro sulla nave:
dico già che finì a botte.

Ché per la foca freddolosa
la coperta ci voleva
ma il cincillà sudava
e veloce la toglieva

Non vi dico cosa accadde
quando lei mise il piumino:
lui piantò un muso lungo,
un capriccio da bambino

ed urlando infuriato
a causa di quel copriletto
disse “Smettila mia cara,
o ti trovi un altro tetto!”.

Pochi attimi passaron
e la questione fu riaperta
nell’istante in cui la foca
accese la termocoperta.

“Che bellezza, che tepore!”
gongolando fe’ la foca...
“Sembra un forno” e ormai il marito
di pazienza ne ha ben poca.

Saltan tutti e due dal letto
con i nervi ormai tirati:
furon calci, graffi, pugni.
La mattina? Divorziati.

Fu così che il cincillà
ritornò soletto solo:
e la foca parimenti
andò dritta dritta al Polo.

Se l’amore - come credi -,
colma tutte le distanze,
sempre meglio è controllare
quanti gradi nelle stanze...


Architetto

Una chiocciola architetto
per salire su in soffitta
realizzò un nuovo brevetto:
non pensò a una scala dritta
ma a una che girasse intorno
e partisse dal soggiorno.


Traslochi

La sardina lasciò la casetta
che era presso un vecchio arenile
e andò a stare in condominio
all’interno di un nuovo barile.


Appello

Pesce sega e pesce martello
si presentano all’appello
mentre - stando a quel che dite -
manca il pesce cacciavite.


Far-West

Diciotto fagiani
che giocano agli indiani:
le penne ce le hanno,
per gli archi come fanno?

E lo sapete, poi?
Nessuno fa il cow-boy!


La cicogna

Un uovo,
bello nuovo:
anche la cicogna
un bimbo sogna.


Jack Faina

Jack Faina Travels: vacanze e sogni d’oro!
All’agenzia di viaggi si reca un giorno un toro
che vuole a poco costo, badando a risparmiare,
scovare qualche posto nel quale soggiornare.

“Ia, uellcàm!, venghi, entri” - l’accoglie Jack Faina
con chili di sorrisi e qualche risatina -
“una scelta migliore lei non poteva fare:
qui ci pensiamo noi: lei pensi a riposare”.

Pare contento il toro del tipo di accoglienza,
parlare quattro lingue dà un tono alla presenza:
decide di affidarsi all’organizzazione
“E qui mi raccomando: al massimo un milione...”

”Tranquillo, vi è un’offerta che è una gran cuccagna,
è solo per i tori: soggiorno gratis in Spagna.
Così ogni altra spesa le viene risparmiata:
Lei paga la tariffa del viaggio sola andata...


Che vita!

Fido corre dal postino,
morde il mio pallone rosso,
si rosicchia buono un osso,
fa pipì nell’angolino

Nella cuccia fa la siesta,
slappa l’acqua con fragore,
se io manco è un dolore,
e se arrivo mi fa festa.

Fido porta un bastoncino,
muove forte la sua coda,
il guinzaglio spesso annoda,
morde il gatto del vicino.

Lui c’è oggi e c’è domani
e se anche non lo dice
penso che viva felice
questa sua vita da cani.


Il cervo

Nel cuor del bosco il cervo
tranquillo se la passa.
Ma prova a urtargli un nervo:
ti attacca a testa bassa.


Storia a New York

Un cane bulldog
rubò un hot-dog
e sparì nello smog


Gallina in cucina

Una gallina si è accorta
che di uova ne ha una sporta:
ci farà una sacher torta.


La balena

È da sfatare che la balena
abbia sempre la pancia piena:
ad esempio, Pinocchio e Geppetto
sono scappati già da un mesetto
e da quella volta le è restato
in fondo al palato sapor di bruciato
e per sconfiggerlo beve cocacola
un bicchiere al giorno, una volta sola.

Con tale dieta è dimagrita
di una o due taglie, misura in vita.


Fame

Riecheggiava nel dirupo
un lamento mesto e cupo:
“Ho una fame da luuuuupo!!!...!!!”


Stella maris

La stella di mare
vorrebbe tornare
nel cielo a volare.

Ma il cielo risponde
che sotto le onde
di stare ha ben donde.


Il pipistrello

Un colpo di vento
rovescia un ombrello
e il fatto non sfugge
ad un pipistrello
che gli si avvicina
con qualche saltello
dicendo “Vedrai ora,
il mondo, che bello!”


Gusti

Esplode la passione culinaria
con il concorso La Torta Più Varia.
Riunita è in seduta la giuria
e agli assaggi ha decretato il via.

Già Leprotto mordicchia uno spicchio
di una torta farcita al radicchio,
Scoiattolo sa: “Di strudel ripieno
con noci e ghiande non faccio a meno”;
se Tartaruga dice: “Prelibata
la torta col burro e l’insalata”,
Gatto sentenzia: “Vinca la meringa
con panna, cacao, aroma d’aringa!”;
Asino grida: “Ho la pancia vuota:
voglio il budino che sa di carota!”,
Scimmia rivela: “È magico il tocco
della focaccia al gusto di cocco...”.

Dopo gli assaggi i ghiotti giurati
sembrano tutti satolli e saziati,
ognuno ha un dolce suo preferito,
per quello vota, alzato il dito:
sempre diversa è la torta migliore,
ci sarà un verdetto tra centodue ore?


La zitella

Un pesce ha una figlia
che è una meraviglia
ma nessuno la piglia
per metter su famiglia
sol perché ha l’occhio da triglia.


In rima con strillo

Un piccolo armadillo
curava il suo morbillo
con sciroppo di mirtillo,
appena uno zampillo.
Così stava tranquillo,
senza il minimo assillo
né paura del bacillo
quel piccolo armadillo.


L’unicorno

Se vi appare disadorno
il fierissimo unicorno
privo del suo pungiglione,
su, prestatemi attenzione.
Una leggenda per la via
raccontava la magia
di quel corno grattugiato
che guariva ogni malato.
La sentì anche un visconte
e il corno tolse dalla fronte
della bestia leggendaria
per curare la malaria
che affliggeva Re Artù
e cent’altri o forse più.
Preparando una pozione
provocò la guarigione
del sovrano e dei suoi prodi
riportandoli a Bengodi.
Fu Artù riconoscente
e davanti a molta gente
nominò suo valvassore
il visconte guaritore.
Ma nessuno ringraziò
chi del corno si privò:
l’animale fu lasciato,
si dà il caso, ben scornato.


Il tapiro

È assodato che il tapiro
non si fa vedere in giro,
predilige il buio pesto
ed è un tipo alquanto lesto.
Di natura è un’alchimia,
un impasto, una follia,
qualche pezzo di maiale,
una coda originale,
una schiena spelacchiata,
una tinta allucinata.
Sia per questo che di giorno
non si mostra qui d’attorno?


Vita di società

Il mio pesce rosso

vede un sacco di gente:
non dice mai niente,

ma di cose ne sente!                                                          

 

Testi liberamente utilizzabili, purché con citazione dell'Autore

Fabio Bello -

Cantafavole

(c) Andrea Martin

(c) Andrea Martin

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(c) Andrea Martin

(c) Andrea Martin

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