ASPETTARE
Aspetto perché non c’è nient’altro da fare
Aspetto che qualcuno ritorni ad amare
Aspetto con movimenti circospetti
Aspetto quello che non ti aspetti
Aspetto che riparta un senso di rivolta
Aspetto di darci un senso questa volta
Aspetto con i miei tempi ristretti
Aspetto quello che non ti aspetti
Aspetto nasca un seme dentro al disgusto
Aspetto un momento, anche quello giusto
Aspetto di capire perché non smetti
Aspetto quello che non ti aspetti
Aspetto la fine di quello che ho odiato
Aspetto l’inizio per quanto ho sperato
Uno spazio di pensiero,
un tempo di sentimento
Cancellare il fuori
Per far vivere il dentro
Aspetto perché il tempo è davvero scaduto
Aspetto il ritorno di ciò che è dovuto
Aspetto ancora, sempre, se tu la smetti
Di non vedere ciò che permetti
Aspetto e aspetto ancora un istante
Aspetto un’attesa abbacinante
Aspetto in difesa di tutto il mio mondo
Aspetto e non sto fermo neppure un secondo
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LA SCUOLA È MORTA (da un’idea di L. Reverberi)
Guarda l’abbandono dei suoi edifici
Penetra il grigiore delle sue aule
Odora il tanfo delle sue palestre
Ed il fetore di cessi e bagni
La scuola è morta o non sta bene…
Morta di amarezza nelle squallide sale docenti
Morta di rancore nella marginalità dei prof
Vestiti lisi e uguali indigenti di periferia
Disillusi e offesi la dignità tolta via
La scuola è morta o non sta bene
Ma se la scuola muore a chi conviene? [2V]
Morta di invidia per le scuole appena oltre il confine
Morta di indifferenza dentro un nulla che non ha mai fine
Morta di vergogna nell’obsolescenza
Niente soldi per la carta e di strumenti è senza
La scuola è morta o non sta bene
Ma se la scuola muore a chi conviene?
Morta di noia in mille e lunghe inutili riunioni
Nell’insulsaggine dei corsi e delle formazioni
Morta di disgusto per i ministri ipocriti e saccenti
Per la volgarità degli imbecilli e dei potenti
La scuola è morta o non sta bene
Ma se la scuola muore a chi conviene?
Morta di rimpianto disilludendo i sogni
Di chi almeno un giorno ha creduto a tutti i suoi bisogni
Di ogni persona sola che ha creduto nella scuola [+ volte]
La scuola è morta e a me non sta bene
E se la scuola muore ditemi: A chi conviene?
Ditemi a chi conviene
Ditemi a chi conviene
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PIANETA BLU (strumentale)
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INNO (CANZONE POLITICA)
Affinché contro te non si ritorca
l’idea di politica come cosa sporca
prendi un foglio bianco, una cosa pulita
e annota ogni idea, chiara e definita.
La politica serve ad immaginare,
è una tela vuota su cui pitturare
od un palinsesto, ad esser precisi,
a coprire gli errori con colori decisi.
La politica è il senso del preparare
un passo in avanti sul quale contare,
un passo per tutti, un benessere insieme
un mondo civile, ecco cosa ci preme.
La politica è partecipazione,
è libertà, come in quella vecchia canzone,
è una realtà dove posso dire la mia
dove tento, cerco, quale che sia la via.
La politica è autonomia di pensiero,
dire liberamente ciò che credi sia vero
senza timori di venire represso
pieno di gioia nell’esprimer te stesso
Se abbiam vissuto qualcosa di diverso
rendiamoci conto quanto tempo si è perso:
oltre destra centro sinistra un sogno,
facciamo la politica di cui c’è bisogno.
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SANTA PACE
Pace, la mia agenda scoppia di pace
Pace, è una parola che piace
Pace, creato l’equilibrio di silenzio e terrore
Pace, è il frutto che fa coglier l’amore.
Pace, è dietro i fili quel silenzio di tomba
Pace, solo il tuo vigliacco temere la bomba
Pace, essere in tanti in strada in sfilata
Pace, e non viene mai consegnata.
Pace, si salvi la razza umana
Pace, cattolica ebrea musulmana
Pace, e che muoian di fame i mercanti di morte
Pace, per decidere la nostra sorte.
Pace, c’è chi davvero ci crede
Pace, di chi si muove anche per chi non vede
Pace, un’idea non ancora del tutto mia
Pace, che sia finita e così sia.
Pace, perché è astratta, è comoda, è bella
Pace, senza sapere se questa o quella
Pace pace pace pace mille paci
Se parli di pace, perché non taci?
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EPPURE (testo di L. Moleri)
Ho visto il lampo ed il fuoco
dietro le case e le chiese
i morti nelle strade senza più asfalto
i cani a mangiarli e ho visto ho visto
l’orrore ed il sangue e ho sentito ho sentito
le urla ed il pianto di mille bambini.
Ho camminato nel dolore e ho corso nell’orrore
della guerra, di tutte le guerre
ho sentito sulle mie spalle il peso della guerra
di tutte le guerre e
ho corso sui campi minati
e mille volte sono esploso
con un urlo sono esploso
Ho sorvolato terre senza più città
ho visto centinaia di bombe cadere cadere
distruggere distruggere distruggere.
Ma non mi sono abituato alla guerra
e ancora piango e ancora prego e ancora credo.
Eppure credo, io credo che l’uomo,
eppure credo, io credo che l’uomo,
vorrà la pace, vorrà la pace.
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LA LEGGE DEL BRANCO
Attento a non far mai un passo in avanti
Portato sempre a soffocare i miei no
Sentirsi uguali fra vicini e distanti
Capisco che non sono quello che so
Sotto la lente devo dare importanza
A quello che poi penseranno di me
Sempre a imitare chi conduce la danza
Oppure stop
Ho deciso
Basta davvero
Non voglio più seguir la legge del branco
non voglio più ascoltarvi
non voglio più seguir la legge del branco
non posso più fidarmi di voi
Predicatori con la faccia consunta
Idoli vuoti usa e getta in tivù
I finti amici tutti in giacca a trapunta
Troppi bisogni per avere di più
Mode al ribasso, happy hours e le feste
Rituali al buio, vasche per le identità
Tanti film e libri fatti per vuotar le teste
Oppure solo
E volo
In qualche modo mi consolo
Non voglio più seguir la legge del branco
non voglio più ascoltarvi
non voglio più seguir la legge del branco
non posso più fidarmi di voi
​
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LE PAROLE
Mi manca
Mi manca
Mancano tanto le parole
Un senso
Un senso
Per volteggiare nuove storie
Fai un passo
Fai un patto
Alza lo sguardo controsole
Riempi
Comprendi
Nessun timore delle scorie
Oggi sarà, domani è già
Oggi sarà, domani è già
Carpire
Capire
Un ritornello già imparato
Violare
Spostare
La volontà di confusione
Parlare
Cantare
Un pensiero che è rinato
Le frasi le frasi
Che sanno di rivoluzione
Che sanno di risurrezione
Che hanno l’interpretazione
Che recano l’assoluzione
La soluzione
Oggi sarà e domani è già
Oggi sarà e domani è già
Ci salveranno le parole, ci salveranno le parole.
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ATTENTI
Non ci scorderemo neanche una faccia
Nemmeno una parola buttata al vento
Ma non vi rincorreremo di certo
Come all’apertura di una caccia
E non contate mica sul nostro perdono
L’ipocrisia malata ha colmato il segno
Ed allora pagherete il pegno
Vedendoci arrivare come un solo uomo
Con idee nuove
Con coscienza linda
Con vero rispetto
A vostro dispetto
Non esiteremo a presentare il conto
Senza violenze e senza vendetta
Come premessa per far piazza pulita
E ripartire da cima a fondo
Ci ricorderemo che aveste un prezzo
Fissato a listino di grandi bugie
Lo sguardo a noi abbasserete
Travolti da un’onda di fiero disprezzo
Con idee nuove
Con coscienza linda
Con vero rispetto
A vostro dispetto
Non ci scorderemo neanche una faccia
E sentirete il peso della piazza
con la giustizia a richiedere dazio
E per voi non ci sarà più spazio
In un paese nuovo
In una voglia estrema
Senza vergogna
Senza di voi
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CANZONE SENZA LETIZIA
Cara ragazza, cara Noemi, la vita
non è un concorso a premi
non sono rampe di puro cristallo o voler esser
la regina del ballo
o fare la dama di compagnia
per chi ha qualche sfizio
Stai attenta a quel tizio
Stai attenta a quel tizio
Cara Noemi cara ragazza, la tua esistenza
mi sembra un po’ pazza
Fra paparazzi papi e fidanzato che qualcun
altro ti aveva assoldato
Forse sei ancora in tempo per
Un mio augurio di cuore
Cercati un vero amore
Cercati un vero amore
Cara Noemi voglio esser sincero
Io non capisco davvero
Questa smania di voler apparire
Senza aver niente da dire
E presumendo che basti
Apparente purezza e beltà
Per contare in società
contare in società
Ma ancora più detesto i giornali
E i loro scoop maniacali
costruire sul nulla l’evento
E il nulla è meno di cento
Perché mai devon pensare a te
Bimba così irrilevante?
Viva la gente pensante
Viva chi è interessante!
E così esprimo un desiderio profondo: che tu sparisca dal nostro mondo,
che con la Rai tu non stipulassi, che più nessuno segua i tuoi passi,
che ti ritrovi dimenticata, o meglio ancora del tutto ignorata,
che ti ritrovi a costruire un domani, unica forza lo sporcarti le mani.
E così piano piano tornare nell’ombra
Di una bella vita, normale
E non sarebbe un gran male
Una vita normale
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CANTA
E mi ritrovo ancora qui
Di fronte questo foglio bianco
Pensieri che se ne vanno
Senza sapersi fermare
Cerchi la penna se ti senti giù
Parte la spinta per comunicare
Quando ritrovi le tue idee in volo
Sai che la musica le spingerà
E la chitarra ti ha già aiutato
Tristezza o gioia presto si alzerà
In quelle note ti sei già lanciato
Ma un bisogno è dentro forte in te
E allora canta
Perché hai qualcosa da dire
E allora suona per te
E allora canta
Perché hai qualcosa da dire
E allora suona per te
E allora canta
C’è qualcosa da fare sentire
E allora suona per te per me per te
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LA NUOVA GUERRA (ispirata a L’ABC della guerra di B. Brecht)
La nuova guerra non è così nuova.
Sappiamo bene che cos’è una guerra.
Nel passato guardi ed impari
per un presente vano di memoria
La guerra che verrà non è la prima,
prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
c’eran vincitori e c’eran vinti.
La guerra che verrà non è la prima,
prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima guerra
c’eran vincitori e c’eran vinti.
La nuova guerra non è così nuova.
Sappiamo bene che cos’è una guerra.
Solo lontano da armi e potenti
il futuro cambierà la storia.
Tra i vinti
la povera gente
faceva la fame.
Tra i vincitori
faceva la fame
la povera gente egualmente,
la povera gente egualmente.
La guerra che verrà non è la prima…
La nuova guerra non è così nuova.
​
​
RIVOLUZIONO
Non hai fatto in tempo
A finire il tuo sogno
Ma il tempo non è
Passato invano
Come lunghe ore nei sogni
Valgono un secondo
Ed un istante può
Compensare la noia trascorsa
Così ti sei trovata
Sveglia e cresciuta
Senza che io fossi
Vecchio e saggio ormai
Senza sapere se
È il mondo che è cambiato
O se nessuno crede più
A quello che credevi tu
Che credevi tu
Ti svegli
E non hai
L’appiglio
Con la realtà
Ma è vero
Guarda la gente
Siamo diversi
Dammi la mano
​
​
(R)ESISTERE
Salire su un monte armati di libertà
non doveva essere molto diverso
dal non rassegnarsi e lottare
per un oggi migliore, contro il destino perverso
Giovani e no di grandi speranze eh eh eh eh
pronti del sogno a colmar le distanze
​
"Resistenza ora e sempre"
resistenza ora e sempre per me
​
Vedere il lavoro privato di dignità
forzare lo studio a negare se stesso
pensare un nemico, indefinito e sfuggente
lontano e incurante del popolo oppresso
​
Uomini e donne da un passato che è spento oh oh oh oh
scelgon decisi l'ora del cambiamento
"Resistenza ora e sempre"
resistenza ora e sempre per me
​
​
AUDITEL
Rit.
Eppure confidiamo in te
Noi speriamo in te
Noi crediamo in te
Eppure confidiamo in te
Noi speriamo in te
Noi crediamo in te
O potente Auditel
Conta gli spettatori a milioni
Degli share fa le ripartizioni
E decreta quali trasmissioni
Ci dobbiamo sorbire
Piazza pubblicità
Ben sapendo che mai si saprà
Un conteggio di verità
Io non posso fidarmi mai più
Io non voglio cadere più in giù
E fissare il successo tivù
Su una pura astrazione
La rappresentazione
Che presunte famiglie campione
Sian tutta la popolazione
A me sembra una pura follia
Che una parte dell’economia
Sposti soldi potere magia
In base a un nulla, ad una spia
E chiedo ancora
Coma mai ci sia uno che
Schiaccia i tasti per altri mille me
​
​
BENVENUTI IN ITALIA (testo di M. Cadamuro)
Benvenuti in italia, benvenuti fratelli
che lasciate la morte e la fatica di vivere
per una terra dove sperate di lavorare con dignità
assieme ai vostri fratelli, fratelli d’Italia
​
Trovate invece rifiuto, trovate respingimento
trovate indifferenza fratelli indifferenti
fratelli d’Italia
Vi abbiamo colonizzato, sfruttato ed usato
per i nostri interessi sotto la nostra bandiera
la bandiera della civiltà, della nostra civiltà
del nostro Dio, l’unico buono e giusto
Trovate invece rifiuto trovate respingimento
trovate indifferenza fratelli indifferenti
fratelli d’Italia
​
​
IL MARCHESE DI CARABAS (da un’idea di A. Di Furia)
E pensare che da bambino / a me piaceva
a me piaceva / il Marchese di Carabas.
Vivo a Milano 2 / in un palazzo
edificato bellamente / dal Presidente del Consiglio.
Lavoro a Milano / in un’azienda
di cui è azionista / il Presidente del Consiglio.
L’assicurazione dell’auto è del Presidente del Consiglio,
la mia pensione integrativa la pago al presidente del Consiglio.
Compro il giornale / di cui è proprietario
il Presidente del Consiglio.
Ho il conto in una banca / che appartiene
al Presidente del Consiglio.
Esco dal lavoro e faccio spese / in un ipermercato del paese
di proprietà del Presidente del Consiglio,
dove compro prodotti realizzati / da aziende partecipate
del Presidente del Consiglio.
Se vado al cinema / ho una sala sotto casa
di proprietà / del Presidente del Consiglio
dove guardo un film prodotto / da una società
del Presidente del Consiglio
e i film che vedo godono anche di finanziamenti pubblici
elargiti dal governo presieduto / dal Presidente del Consiglio.
Se rimango a casa / guardo la tv fatta
dal Presidente del Consiglio
con decoder prodotto / da società
del Presidente del Consiglio
dove i film li ha girati una società del Presidente del Consiglio
e sono interrotti da pubblicità / e l’agenzia che la fa
è del Presidente del Consiglio.
Faccio il tifo per la squadra / di cui è proprietario
il Presidente del Consiglio.
Guardo anche la Rai / i cui dirigenti
sono stati nominati dai parlamentari
fatti eleggere a scatola chiusa / dal Presidente del Consiglio.
Se non ho voglia di tv / leggo un libro la cui editrice
è di proprietà / del Presidente del Consiglio.
È il Presidente del Consiglio a predisporre le leggi approvate da un parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti o avvocati del Presidente del Consiglio.
Il Presidente del Consiglio governa
nell’esclusivo interesse di tutti gli italiani
quindi governa anche
nel mio esclusivo interesse.
Come si sento tutelato, come mi sento fortunato!
​
​
CARA MAESTRA (testo di L. Tenco)
Cara maestra, un giorno m'insegnavi
che a questo mondo noi
noi siamo tutti uguali.
Ma quando entrava in classe il direttore
tu ci facevi alzare tutti in piedi,
e quando entrava in classe il bidello
ci permettevi di restare seduti.
Mio buon curato, dicevi che la chiesa
è la casa dei poveri,
della povera gente.
Però hai rivestito la tua chiesa
di tende d'oro e marmi colorati:
come può adesso un povero che entra
sentirsi come fosse a casa sua?
Egregio sindaco, m'hanno detto che un giorno
tu gridavi alla gente
"vincere o morire".
Ora vorrei sapere come mai
vinto non hai, eppure non sei morto,
e al posto tuo è morta tanta gente
che non voleva né vincere né morire?
​
​
SONO UN PENTITO (DELLA P.A.)
Rit.
Sono un pentito della P.A.
ma nessuno mi vuole ascoltar
sono un pentito della P.A.
ma neanche una deposizione riesco a far
ma neanche una deposizione riesco a far
Ho esaminato le voci di bilancio
fanno sì che a molti non manchi mai il rancio
abili giochi di contabilità
così funziona talvolta la P.A.
Potrei confessare che il mio dirigente
e’ un incapace, un buono a niente
ma la tessera del partito in tasca ha
così fa il dirigente nella P.A. Rit.
Volevo dire al sindacato
i casi di malaffare che ho scovato
ma agli amici un dispetto non si fa
così resta il malaffare nella P.A.
Mi sono rivolto all’assessore
pronto a battaglie civili a tutte le ore
ma dice che se tengono famiglia questi qua
non si posson buttar fuori dalla P.A. Rit.
Ho scritto tutto al direttore generale
primo responsabile se la cose vanno male
una sanzione ora mi arriverà
non si può parlare male della P.A.
Al ministro allora ho relazionato
ma dopo mesi nulla si è attivato
proclami alla stampa di qua e di là
e io mi vergogno ancora della P.A. Rit.
Direte ora che faccio il qualunquista
sparando nel mucchio, sparando a vista
ma vi giuro che la mia vita è questa qua
e vorrei cambiare dopo vent’anni di P.A., cioè,
vorrei cambiasse dopo vent’anni la P.A.